El sosiego de un futuro en deuda
Work in progress
Koz Dos (Venezuela)
El sosiego de un futuro en deuda
via Damone
Dimensioni: 1 parete di h 5,5 m x b 25 m
Tecnica: quarzo acrilico (marca: Gruppo Ivas) e smalto spray (marca LoopColors)
Marzo 2017
A cura di: David Diavù Vecchiato
Realizzazione: Associazione Culturale MURo
https://www.graart.it/chekos/
La storia
“Il bianco del travertino”
Questa strada, così vicina alla Tiburtina, suggerisce immediatamente un tema fondamentale per raccontare la bellezza dei monumenti di Roma: il travertino. Conosciuto anche con il nome di Lapis Tiburtinus, questo tipo di materiale si estraeva dalla Cava del Barco nei pressi di Tivoli – Tibur, anticamente, da cui il nome della strada – dove si trovano due dei più importanti santuari, quello della Sibilla Tiburtina (oracolare) e quello di Ercole Vincitore. È la consolare Tiburtina, quindi, che occorre percorrere fino ad arrivare a Roma e alla Porta omonima sulle Mura Aureliane da cui la strada ha inizio a partire dal III secolo dopo Cristo, cioè da quando l’imperatore Aureliano cinse la città di un secondo giro fortificato. Precedentemente, infatti, il miglio zero della via Tiburtina Valeria si collocava nei pressi dell’odierna piazza Vittorio, più o meno all’altezza del rudere conosciuto come Trofei di Mario, una fontana monumentale ed un castello di distribuzione dell’acqua costruito da Alessandro Severo nel 226 d.C. al termine di una diramazione di un acquedotto che, a causa dell’altezza dello speco d’entrata, si può identificare solo con l’acqua Claudia o con l’Anio Novus
Dalla Tiburtina, inoltre, durante il Medioevo, in questo scambio continuo fra dentro e fuori le Mura, sono passate opere d’arte, materiali costruttivi, merci, artisti, ma pure eserciti armati. È il caso delle milizie impegnate nella lunga guerra fra Roma e Tivoli (nel XII secolo), che segnò l’alba del Comune di Roma e la riscoperta del motto SPQR, di tradizione antica. In questo periodo, inoltre, la nascita del Campidoglio come istituzione, l’assenza del papa da Roma e l’arrivo del monaco Arnaldo da Brescia, fautore di una politica proto-repubblicana, furono determinanti per la nascita di un sistema di valori laico (non senza punte di anticlericalismo), che in seguito trovò spazio nella storia cittadina, ma che sul momento produsse la terribile reazione di papa Adriano IV, al secolo Nicholas Breakspear.
L’ultima parola dell’epopea comunale romana, infatti, la ebbe l’unico papa britannico mai diventato pontefice, che scagliò l’interdetto (cioè la scomunica per le città) su Roma, obbligando la sede del Papato a rispettare le regole di tale condanna. Furono proibiti i sacramenti; si chiusero le chiese; sui crocifissi venne calato uno spesso velo nero. Solo così la città fu piegata e il predominio ecclesiastico sulle istituzioni cittadine venne nuovamente ristabilito.
ICONE
KOZ DOS
Nato nel 1986, Koz Dos ha iniziato facendo graffiti a Caracas ed è ora noto nel mondo per i suoi murales iperrealisti in cui uomini e belve si fondono in un’unica figura, spesso i primi inseriti in bocche di animali, come a voler sottolineare l’appartenenza al regno animale della specie umana. Di solito accompagna le figure a solidi geometrici che si fondono con esse.
Koz Dos ha partecipato a numerose esposizioni e festival di Street Art in vari paesi del mondo, tra cui Venezuela, Ecuador, Brasile, Colombia, Germania, Francia, Spagna, Germania e Israele.